mercoledì 16 gennaio 2013

La favola della buona notte

Io ho un bellissimo ricordo delle favole della buona notte. Mia mamma le raccontava molto raramente, ma in fondo lei si occupava di noi tutto il giorno e giustamente lasciava che mio padre ogni tanto ci concedesse questo momento di coccola prenotturna. Ricordo che la favola era sempre la stessa, il gatto con gli stivali e per me era fantastico avere il privilegio del racconto. L'altra persona che mi raccontava le favole era la mia adorata nonna Ester quando andavamo a dormire da lei (immagino desse un pochino di tregua ai miei genitori e il diritto ad una serata da fidanzatini). Il rito era sempre quello, ci faceva il toast...sì so che diverse persone potranno rabbrividire, ma per mia sorella e per me era il massimo della vita, mangiavamo un panino, magari anche davanti alla televisione, una serie di vizi tipici da nonna e poi via a nanna con la favola. Mia figlia è ancora più fortunata perché per lei la favola della buona notte è diventata rituale. Suo padre da un po' di tempo a questa parte ogni sera le legge alcune pagine di un libro e lei è logicamente entusiasta di questa novità. Io ne sono molto lieta, primo perché ancora ricordo con grande affetto quegli intimi momenti con mio padre e con mia nonna, poi perché ritengo sia giusto lasciare anche a loro due un momento privato, che sia tutto loro. Quando finiscono la lettura lui esce dalla stanza e la lascia con il libro da una parte e la lucina dall'altra e se ci accostiamo alla porta la sentiamo far finta di leggere i libro, probabilmente alla sua copertina senza la quale non dorme mai. Buona notte piccola principessa, angelo della mamma e del papà.

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