Io ho un bellissimo ricordo delle favole della buona notte. Mia mamma le raccontava molto raramente, ma in fondo lei si occupava di noi tutto il giorno e giustamente lasciava che mio padre ogni tanto ci concedesse questo momento di coccola prenotturna. Ricordo che la favola era sempre la stessa, il gatto con gli stivali e per me era fantastico avere il privilegio del racconto. L'altra persona che mi raccontava le favole era la mia adorata nonna Ester quando andavamo a dormire da lei (immagino desse un pochino di tregua ai miei genitori e il diritto ad una serata da fidanzatini). Il rito era sempre quello, ci faceva il toast...sì so che diverse persone potranno rabbrividire, ma per mia sorella e per me era il massimo della vita, mangiavamo un panino, magari anche davanti alla televisione, una serie di vizi tipici da nonna e poi via a nanna con la favola. Mia figlia è ancora più fortunata perché per lei la favola della buona notte è diventata rituale. Suo padre da un po' di tempo a questa parte ogni sera le legge alcune pagine di un libro e lei è logicamente entusiasta di questa novità. Io ne sono molto lieta, primo perché ancora ricordo con grande affetto quegli intimi momenti con mio padre e con mia nonna, poi perché ritengo sia giusto lasciare anche a loro due un momento privato, che sia tutto loro. Quando finiscono la lettura lui esce dalla stanza e la lascia con il libro da una parte e la lucina dall'altra e se ci accostiamo alla porta la sentiamo far finta di leggere i libro, probabilmente alla sua copertina senza la quale non dorme mai. Buona notte piccola principessa, angelo della mamma e del papà.
Nessun commento:
Posta un commento